La festa vera e propria comincia la vigilia del 20 gennaio, con i vespri. Il simulacro del santo viene allora accompagnato fino alla chiesa del castello da una lunga processione. In chiesa, quindi, si cantano i "vespri" e si benedicono i "panuzzi" di S. Sebastiano, che vengono distribuiti poi ai fedeli.
La mattina del 20, nella chiesa Santa Maria si raccolgono tutti i maniacesi, subito dopo la messa la statua del Santo viene trasportato di corsa dall’altare al fondo e viceversa e, prima dell’uscita dal castello, fatta girare per tre volte intorno alla grande croce celtica del cortile, monumento a Nelson, "l’eroe immortale del Nilo".
Quindi, ha inizio la processione vera e propria, lunga e faticosa. Portato a spalla dai "Nudi", i devoti vestiti di bianco e scalzi, San Sebastiano farà il giro di tutte le borgate, anche delle più lontane per chilometri e chilometri.
Una processione che ricorda un po’ la diaspora cui questa gente fu costretta per tanto tempo, l’infinito peregrinare attraverso le montagne da Tortorici alla Ducea, e che per toccare tutte le tappe, si concluderà solo una settimana dopo.
Prima di iniziare la processione lungo le “contrade” del paese si compiono tre giri attorno la croce celtica posta al centro del cortile del Castello, accompagnati da un unico e commovente grido...... “Grazie a Dio e a San Mmastianu Grazie! E ccu chiù beni ci voli chiù forti lu chiama Grazie!”